Cosa ci insegnano le escape room nella risoluzione di problemi aziendali?

Hai presente l’escape room? Quella stanza a tema dalla quale un gruppo di persone deve uscire attraverso la risoluzione di sfide e indovinelli? Oggi ti parlerò di come questa esperienza può darci dei preziosi spunti per la vita lavorativa.

Nonostante tutte le escape room siano molto diverse tra loro in termini di tema, esperienza da vivere, difficoltà e avventure, tutte condividono alcuni tratti comuni: può esserci un obiettivo che generalmente è da scoprire (perché le stanze hanno sempre una componente di storia da svelare per creare pathos e fornire una sorpresa alla fine del percorso); è un’esperienza collaborativa; esiste un percorso di step da seguire (sequenziali o in parallelo); il tempo è limitato; gli aiuti sono contati.

Prendendo in considerazione questi elementi è possibile costruire analogie e similitudini con contesti anche molto differenti: è il caso, ad esempio, di una tipica attività consulenziale presso un cliente. In queste situazioni, infatti, l’unica cosa apparentemente chiara è il problema che l’azienda pone al consulente. A partire da esso devono essere messe in pratica una serie di attività volte a definire il perimetro del problema e a capire come affrontarlo.

Come? Raccogliendo “indizi”, definendo una squadra che possa coprire le competenze necessarie, definendo quali siano i confini del problema e quali siano gli elementi già esistenti da considerare e con i quali doversi eventualmente collegare. Il tutto avendo deadline definite per il raggiungimento della soluzione e potendo contare su aiuti molto limitati (il cliente stesso spesso non ha idea di quale sia la miglior strada percorribile).

Per quel che riguarda il team, uno degli elementi più importanti per affrontare il problema è l’eterogeneità, sia nell’escape room, sia nel contesto consulenziale: non comporta semplicisticamente una più veloce soluzione al problema, ma garantisce maggiori probabilità di trovare la miglior soluzione, perché persone troppo omogenee tra loro si fermeranno tutte di fronte allo stesso problema.

È parimenti importante la comunicazione all’interno del team. Indizi e idee devono essere condivisi con tutti in modo da: 1) rendere disponibili a tutti le informazioni fino a quel momento accumulate; 2) permettere di utilizzare abilità differenti per lo stesso problema, mettendo sul tavolo le intuizioni e creando un ambiente di contaminazione creativa fondamentale per uscire da schemi pre-impostati.

Questo ultimo punto ci porta a definire degli importanti elementi di similitudine con famose e potenti metodologie nate negli ultimi anni (si pensi ad esempio al “design thinking”, al concetto di pensiero laterale o al famoso “think out of the box”), riassumendo gli step principali:

• Identificazione del problema (quindi dell’obiettivo);
• Identificazione del contesto (dati e attori chiave);
• Esplorazione e ricerca delle opportunità;
• Ideazione, prototipazione, test e validazione.

Chiudendo il perimetro di questa veloce analisi, quindi, notiamo che esistono forti analogie tra l’approccio da tenere affrontando un’escape room con quello da mettere in atto con l’attività di soluzione di problemi aziendali, e nello specifico in tutti gli ambienti in cui si deve mettere in atto una trasformazione digitale. Proprio questa attività permette di affrontare le richieste dei clienti con velocità e flessibilità, usando strumenti potenti e versatili per raggiungere in modo efficiente ed efficace la miglior soluzione.

Ti lascio con un esempio di gioco logico da risolvere: qual è il numero mancante del parcheggio dove si trova l’auto nell’immagine qui sotto?


Curioso sulla soluzione? Scrivi a info@azzurrodigitale.com e te la manderemo.

 

_Articolo di Giovanni Prior

 

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