Metti una sera a cena con un top manager: l’ADinner con Stevanato Group

L’industria farmaceutica vive da sempre un paradosso produttivo. Ossia, per quanto investa in R&D ha generalmente sempre pochi prodotti che escono dalla pipeline. Di conseguenza, l’open innovation è un’opportunità per poter velocizzare i percorsi di ricerca e di sviluppo di un farmaco.”

Lo spiega Paolo Patri, Chief Technology Officer di Stevanato Group S.p.A., dopo essere stato nostro ospite all’ultima ADinner, l’innovativo format di networking di Azzurrodigitale che vede un grande imprenditore e/o un manager affermato sedere a cena con sette giovani imprenditori e startupper allo scopo di favorire la capacità di innovare delle grandi aziende.

Stando ai dati, l’investimento in R&D per portare un farmaco sul mercato è pari ad almeno 1,5 miliardi e, se si considerano i farmaci che vengono scartati durante lo studio, arriviamo a circa 3 miliardi per singolo farmaco approvato.

“Ad oggi, per la registrazione di un farmaco, dal momento della nomina della molecola all’arrivo sul mercato, ci possono volere 10 anni. È importante che l’industria farmaceutica trovi delle strategie per snellire e velocizzare il processo, e l’open innovation può essere una soluzione” continua Patri, che in Stevanato è responsabile della ricerca e sviluppo, sia per i contenitori ad uso farmaceutico, sia per i dispositivi per la somministrazione di farmaci ad uso parenterale.

In questo momento ci sono notevoli opportunità per fare Open Innovation, avere l’opportunità di entrare in contatto con startup innovative e giovani imprenditori è uno di questi.

“Stevanato Group ha creato e sta creando alcune collaborazioni in Italia – tra le altre – con l’Università Ca’ Foscari di Venezia e l’Università Federico II di Napoli. Nel 2020 abbiamo inoltre inaugurato il nostro Technology Excellence Center a Boston e stiamo valutando opportunità anche all’estero, con università di alto livello.”

Anche l’Università stessa ha come missione il lavoro a stretto contatto con le aziende per realizzare percorsi di circolarità.  Lavorando con spin-off universitari o creando laboratori di co-innovazione tra Università, Industria e i Centri di ricerca messi a disposizione dalle Università, si può spostare la ricerca verso temi estremamente applicativi.

 

 

 

Inoltre, parlando di ricerca e di open innovation è impossibile non considerare tutto il filone della transizione 4.0, che, a partire dai digital twin, fino ad arrivare all’intelligenza artificiale, rappresenta un’importante un’opportunità per il settore farmaceutico.

Noi stiamo applicando l’intelligenza artificiale ai processi a servizio dei nostri clienti.” Precisa Patri, “Per esempio, siamo dell’idea che l’intelligenza artificiale applicata ai sistemi di ispezione automatici permetta di ridurre in maniera significativa il falso scarto, cioè di ridurre la possibilità che la macchina scarti erroneamente un prodotto come difettoso. Questo – continua, – significa supportare l’industria farmaceutica nella sua mission di aumentare l’accesso a farmaci”

Lo stesso vale per l’automazione dei processi, ottenuta attraverso la digitalizzazione:

“A nostro avviso, quanto più riusciamo ad automatizzare e digitalizzare i processi, tanto più riusciamo ad abbattere il costo e ridurre i rischi per il paziente permettendo di avere accesso a medicine in maniera molto più veloce e basso costo rispetto a prima.”

 

 

L’evento, svolto nella splendida cornice della Specola di Padova, ha dato l’opportunità al Chief Technology Officer di Stevanato Group di confrontarsi, in un ambiente stimolante e informale, con le realtà dinamiche e innovative guidate da startupper e giovani imprenditori.

 

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